Shavasana
in
sanscrito
significa Shava
cadavere e Asana
significa postura, viene tradotta letteralmente “la
posizione del cadavere o la posizione del morto”.
E’ chiamata in questo modo perché quando si pratica si dovrebbe
raggiungere il rilassamento totale sia del corpo
sia
della mente.
Restare
immobili e rilassarsi sembra molto semplice, ma in realtà è molto
più complicato di quanto si pensa,
molti
allievi
avanzati sostengono che sia la posizione più importante e
difficile
di tutte. Infatti
molti praticanti esperti possono fare degli
asana
piuttosto
complessicome
piegamenti all’indietro, torsioni, posizioni di equilibrio, ma
quando eseguono questa postura finale hanno delle difficoltà nel
controllare la mente per arrendersi totalmente al momento presente.
Soprattutto
i principiantihanno
difficoltà a
praticare il Shavasana
in modo corretto a
causa della distrazione.
Stranamente,
le
persone
moderne
raggiungonoil
totale
relax con grande difficoltà. I nostri muscoli sono così abituati
allo stato di tensione
che non ricordano volontariamente
come rimanere
in uno stato rilassato. Nella
nostra mente possono
sorgere mille
pensieri come
ad esempio; ho
fame;quanto
tempo starò in questa posizione? non
vedo l’ora di farmi la doccia;mi
potrei
addormentare
e se
poi
russo;non
preoccuparti è del tutto normale, il nostro cervello non allenato
rifiuta di rilassarsi, sorgono
regolarmente pensieri diversi. Ci vuole molta
pratica e
molta
pazienza prima di riuscire ad arrendersi completamente, il praticante
dovrebbe giungere in uno spazio interiore dove non esistono pensieri
o identificazioni, viene percepita solo la sensazione di libertà,
vastità e vuoto, consapevoli
solo del Sé.
Shavasana
viene
eseguita
alla fine della
pratica
di yoga con
lo scopo di far
rilassare sia il corpo
sia
la mente e di far riconoscere all’allievo
la sua vera natura.
Se
vai di fretta e
hai poco tempo per fare
tutta la classe,
un
grande consiglio che posso dare, è di non
saltare mai shavasana,
magarifaiqualche
asana in meno perché
il
rilassamento finaleè
fondamentale,si
evita diuscire
dalla pratica con delle tensioni,
cosìda
far penetrare
tutti i benefici che possono essere più facilmente assimilati e
arrivare in profondità
è
esattamente lo scopo principale della pratica dello yoga.
Non
occorre molta esperienza per trarrei
suoi
profondi
benefici.
Da
subito
ci sentiamo
più rilassati, meno stressati e meno stanchi. Ma questi sono solo
alcuni dei numerosi benefici della posizione di
shavasana.
L’essenza
di shavasana
è
rilassarsi con attenzione,
possiamo fermare tutte le nostre preoccupazioni, rimanendo
coscienti e vigili pur sentendoci
comodi.
Rimanere coscienti
mentre
ti rilassi aiuta a rilasciare le tensioni a lungo trattenute nel
corpo e nella mente, migliorando il benessere fisico ed emotivo,
riduce
l’ansia e
rilassa tutto il corpo, aiutando
chi soffre di insonnia a
migliorare
la qualità del sonno.
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“Coloro
che cantano, sia mentre mietono, sia mentre vendemmiano, sia quando
sono occupati con ardore in qualche altra attività, incominciano per
le parole dei canti a esultare di gioia, ma poi, quasi pervasi da
tanta letizia da non poterla più esprimere a parole, lasciano cadere
le sillabe delle parole, e si abbandonano al suono del giubilo.Il
giubilo è un certo suono che significa che il cuore vuol dare alla
luce ciò che non può essere detto.”
(Agostino
d’Ippona)
Fin
dalla seconda metà
del secolo scorso, molti cantanti e musicisti si sono appassionati
alla
disciplina dello
yoga.
Lo
yoga è una disciplina che aiuta moltissimo a sviluppare
la capacità di concentrazione,
indispensabile in molti ambiti, tra cui quello della musica: per
avere
una
migliore conoscenza del proprio corpo, per
la
respirazione, per ampliare le prospettive musicali e
per sconfiggere
l’accumulo
distress,
tensione dovuta
all’ansia
e all’energia
sul palco, arrivando
a
percepire
il corpo in profondità e ad ascoltare le emozioni con
consapevolezza, grazie alla pratica costante
dello
yoga.
Lo
yoga aiuta
nel
canto, a imparare
a utilizzare la voce in modo consapevole, di
percepire le vibrazioni prolungate
sonore
con consapevolezza per favorire uno stato di coscienza di onde
cerebrali alpha, come in uno stato di veglia-coscienza e a gestire al
meglio la propria energia; la
voce
viene utilizzata non a fini estetici, ma come strumento di
conoscenza, per
sentire
il suono non solo con l’orecchio esteriore ma attraverso l’ascolto
interiore. La
voce è
un
elemento importante
nel
canto.
Così come dice Vemu Mukunda: Ogni essere vivente è un “suono”
«l’essere umano, una volta raggiunta l’età adulta, assume una
vibrazione che lo distingue e lo rende una “nota unica” che
possiamo definire la nota personale, cioè una frequenza base diversa
per ciascuno, una vibrazione che lo contraddistingue». Il luogo di
nascita, la famiglia, il lavoro, le amicizie partecipanoalla
formazione
di questa nota caratteristica.
Per
dedicarsialla
voce, bisogna
riscoprire il pavimento pelvico, il diaframma e la glottide. Nello
yoga, la tecnica che prevede l’azione su questi tre parti
del corpo si chiama bandha e può essere eseguita in libertà
oppure
durante la pratica degli
asana,“posizioni
posturali”,flusso
dei suoni che vibrano all’interno del corpo, per
sbloccare resistenze emotive e liberare le energie accumulate che
creano tensioni in varie parti del corpo. Oppure
durante il
pranayama, “esercizi
di respirazione”, utili
per aumentare
e approfondire la capacità respiratoria.
Il
cantare ha un effetto diretto sulla respirazione e sullo stato
d’animo.
Lo yoga aiuta ad approfondire il respiro coinvolgendo i
tre
i tratti respiratori (addominale/toracico/clavicolare), aiutando a
sbloccare
le tensioni che si
possono
nascondere
tra il petto, il torace e l’addome; di
rafforzare
e approfondire la fase di espirazione, che gioca un ruolo
fondamentale per ristabilire una respirazione completa, armonica e
vitalizzante, per predisporre un atteggiamento di apertura, abbandono
e fiducia. Con la pratica, la respirazione si
fa
sempre più efficace
e corretta, un
grande vantaggio
per
la salute
generale e per
la
vita, anche professionale.
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